Venerdì della terza settimana di quaresima.
 
Oggi si osserva l'astinenza dalle carni. 
 
La conclusione del libro del profeta Osea, che la liturgia di oggi ci presenta (Os 14,2-10), è un invito a saper scrutare i segni dei tempi, ciò che il Signore ci dice attraverso i fatti e le vicende della vita per farne tesoro e stringerci sempre più forte a lui: «Chi è saggio comprenda queste cose, chi ha intelligenza le comprenda; poiché rette sono le vie del Signore, i giusti camminano in esse, mentre i malvagi v’inciampano» (Os 14,10).  
 
Anche questo tempo presente è visitato da Dio e dalla sua grazia e non dobbiamo cedere al fatalismo, ma perseverare saldi nella fiducia e nell’affidamento alla Provvidenza. Quante generazioni di cristiani, venute prima della nostra e succedutesi nell’arco di due millenni, si sono trovate a vivere situazioni di calamità, catastrofi, carestie, guerre, pestilenze; i più anziani si ricordano del passaggio del fronte durante l’ultima guerra, degli orrori e delle paure che spadroneggiavano indiscusse; eppure in ogni stagione di prova chi ci ha preceduto nel segno della fede si è mostrato fedele: ha invocato Dio e si è rimboccato le maniche, ha supplicato il Signore e ha aperto mani e cuore al prossimo. Forse noi siamo più fragili, oggi, per tanti motivi, ma ciò non cambia la sostanza delle cose. Preghiera, dunque, affidamento a Dio, dedizione e cura di chi è debole e fa fatica a tenere il passo: in una parola amore di Dio e amore del prossimo, secondo quanto il brano del vangelo ci richiama (Mt 12,28b-34) e su tutto l’attenzione a capire, a non distrarsi: cammineremo nelle vie del Signore e non inciamperemo.     

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