Giovedì della terza settimana di Pasqua 
 
Io sono il pane della vita, io sono il pane vivo disceso dal cielo. 
Le affermazioni nette di Gesù scandiscono il discorso eucaristico giovanneo (Gv 6,44-51); Gesù stesso le spiega e le chiarisce. Egli è il pane della vita, egli è il pane vivo: la sua persona umano-divina è il cibo che alimenta e nutre l'esistenza dell'uomo; la partecipazione al sacramento, attraverso l'assunzione dell'elemento del pane e del vino eucaristici, è comunione con la persona vivente di Cristo vivo e risorto secondo quanto dichiara San Paolo: «Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? (1Cor 10,16)». Il pane e il vino eucaristici non sono più cose, anche se hanno l'apparenza di cose, essi, invece, sono il Cristo offerto e dato in sacrificio per noi. Il pane vivo, il pane della vita non è una cosa, ma una persona. 
Cristo è il pane della vita non soltanto perché «chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! (Gv 6,34)», Cristo non è solo colui che riempie di gioia e letizia il cuore dell'uomo alla ricerca del senso dell'esistente; la vita che Cristo partecipa tramite il sacramento non è unicamente pienezza spirituale, benessere dell'animo nel senso pieno e totale di me che ho trovato il mio posto nel mondo e nella chiesa. Nel brano di oggi Gesù si spinge oltre e promette qualcosa che va al di là di ciò che qualsiasi maestro ispirato e saggio può promettere in termini di consolazione e felicità della persona nell'oggi della sua vita. «I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo perché chi ne mangia no muoia». Cristo è il pane della vita anche nel senso che, in virtù della partecipazione al sacramento e della relazione di comunione delle persone del fedele da un lato e di Cristo dall'altro che viene in conseguenza d'essa a stabilirsi, il credente è reso partecipe, in mistero, della vita stessa del Risorto e riceve un germe di vita immortale. La persona viva del Risorto pianta nelle profondità dell'essere del fedele il seme della futura risurrezione!     
 
 

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