Martedì della sesta settimana di Pasqua (Gv 16,5-11)
 
Lo Spirito è donato ai discepoli per loro.
Ieri abbiamo detto che la finalità del dono dello Spirito è l'adesione dei credenti a Cristo, il fatto che essi possano seguire e imitare Gesù.
Oggi aggiungiamo un elemento ulteriore: per aderire a Cristo in modo pieno occorre non lasciarsi ingannare dal mondo e dal principe del mondo, cioè il nemico, che è il padre della menzogna e del raggiro. Lo Spirito 'dimostra la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio': ai discepoli che vivono nel mondo e che ne subiscono il fascino ingannatore e suadente lo Spirito di Gesù e del Padre, effuso nei loro cuori, mostra la verità delle cose, smaschera le false promesse del mondo, ne denuncia gli errori e le perversità. In questo modo lo Spirito di Gesù e del Padre mette i credenti nella condizione di discernere ciò che è gradito a Gesù e al Padre da ciò che non lo è; così facendo rischiara le menti dei fedeli e le porta ad abbracciare la parola del Figlio e la volontà del Padre.
Il peccato del mondo è l'incredulità: il mondo non crede a Gesù Cristo; lo Spirito discopre l'incredulità del mondo agli occhi dei discepoli e fa risplendere ai loro cuori la verità della Pasqua e dell'offerta di Gesù al Padre per amore con la quale si compie la giustizia di Dio. Il vero giudizio, perciò, non è quello che è stato pronunciato dalle potenze nemiche su Cristo condannato a morte, ma quello che si realizza sulla croce: l'amore di Gesù per il Padre vince il maligno e il mondo suo servitore.
Abbiamo bisogno anche noi che lo Spirito ci dimostri la colpa del mondo, per non cadere nell'errore e nella tenebra, per restare nella luce della verità di Dio, perché ogni possibile ostacolo sulla via della nostra sequela di Cristo venga rimosso. 
 
 

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