Pensiero del Parroco

Dopo tanto tempo riprendo a scrivere sulla rubrica "Il pensiero del parroco" e lo faccio in occasione della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù che per noi è anche la festa del titolare della chiesa parrocchiale e della parrocchia tutta.
 
Che cosa ha da dire il Sacro Cuore alla nostra parrocchia? 
 
A me piace molto l'immagine della parrocchia come un avamposto, una frontiera di umanità e di fraternità. Viviamo tempi non facili, segnati da chiusure, egoismi, paure spesso infondate, create e alimentate ad arte, ricerca di forme identitarie che rischiano di sfociare in integrismi e intolleranze; tempi in cui chi è più fragile, indifeso, viene lasciato indietro; tempi in cui si fa fatica a guardare oltre il ristretto orizzonte del nostro io. Anche le strade, le piazze, le case della nostra parrocchia non fanno eccezione e lo sappiamo. La fede rimane per molti un punto di riferimento importante. Certo, diminuiamo di numero, invecchiamo, sempre più ci accorgiamo di come Dio venga espunto dalla vita quotidiana di tanti; tocchiamo con mano una latente e strisciante ipocrisia che porta a bussare alla porta della parrocchia soltanto per battere cassa e avere il sacramento di turno, lasciapassare per una fedina religiosa di tutto rispetto da esibire all'occorrenza senza, però, che di Dio e di Cristo si sia fatta una benché minima, seria esperienza. Oscilliamo tra i bei ricordi della Campi di un tempo, nella quale tutti si conoscevano e si volevano bene (ne siamo proprio sicuri?), e l'angoscia per un tessuto sociale e abitativo che non soltanto è profondamente cambiato, ma neppure riusciamo a capire verso che direzione sia incamminato. In mezzo a tutto questo magma che ribolle sta la nostra parrocchia, con i suoi ritmi di vita che impercettibilmente si modificano al variare delle abitudini e delle condizioni di vita della popolazione. 
 
Che cosa ha da dirci il Sacro Cuore per vivere e abitare questo nostro tempo in modo da essere nel e per il territorio un avamposto di umanità? 
 
La liturgia della Messa della solennità di quest'anno è tutta centrata sulla figura del pastore che si prende cura del suo gregge e non come se esso fosse una massa informe, ma avendo cura di ciascuna pecora colta nella sua particolare situazione.
Vogliamo essere avamposto di umanità?
Prendiamoci cura di questo nostro territorio, rendiamoci presenti nei bisogni concreti e individui dei singoli, usciamo dalle nostre mura domestiche, andiamo incontro a chi ci sta accanto, non rimaniamo indifferenti ai drammi umani che sappiamo esserci e dai quali noi per primi distogliamo lo sguardo; e per ognuno uno sguardo, un'attenzione, un gesto che sia per lui, per lei, che non sappia di 'già visto, già sentito'. Ciò non è facile e richiede coraggio, ma, se non lo facciamo noi, chi? 
«Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia» (profeta Ezechiele): andiamo in cerca, fratelli e sorelle, e portiamo a Cristo, il medico delle anime, chi è bisognoso delle sue cure.
 
Il Cuore di Gesù è squarciato, è aperto e in quanto tale riversa sul mondo l'onda pura della grazia di Dio.
Il nostro cuore com'è? 
È trafitto dall'amore di Cristo che intende servire e far conoscere? 
O è chiuso a riccio su se stesso? 
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Via Alcide de Gasperi n. 9
Campi Bisenzio, (FI) - 50013
0558963367
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