Pensiero del Parroco

Siamo sul finire dell'anno liturgico, che si concluderà sabato 30 novembre, e la Chiesa sente il bisogno, in questi giorni, di rimotivarsi nelle ragioni del credere e dell'operare attingendo alla grazia e alla fecondità della Parola di Dio. È facile, infatti, che alla fine di un arco di tempo la stanchezza si faccia maggiormente sentire e che la letizia nel servizio di Dio (che chiediamo nell'orazione di colletta) rischi di cedere il passo a un andare affaticato e inerte. 
Ecco, allora, tutta una serie di brani biblici, tra i quali il vangelo di questa trentatreesima domenica del tempo ordinario (Luca 21,5-18), che vogliono puntellare la fede del popolo di Dio, rinsaldarla, per rinnovare l'impegno quotidiano di fedeltà al Vangelo e sottrarlo a quella monotonia che rivela un'intenzione affievolita e una apatia indolente. 
Stando al Vangelo della domenica, i credenti vengono messi in guardia da alcuni pericoli nei quali si può incorrere quando la fede diventa preda del 'questo si sa già' e del 'tutto sommato, va bene così'. 
Il primo: assolutizzare le realtà umane, per quanto si presentino in tutto il loro splendore. Il tempio di Gerusalemme e le decorazioni volute a ornamento da Erode il Grande erano un qualcosa di straordinario nella mole e nello sfarzo, eppure "di quello che vedete non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta". Oggi rimane il solo Muro Occidentale, muro di contenimento della spianata su cui il Tempio sorgeva: lo vediamo e immaginiamo lontanamente che cosa non dovesse essere tutto il complesso. Eppure nel 70 d.C. i Romani lo rasero al suolo. Nessuna realtà umana va assolutizzata: uomini, donne, regni, popoli, ideologie, pensieri, filosofie, mode, poteri: tutto è destinato a passare, solo Dio resta.
Il secondo: ingannarsi su Gesù acclamando il ciarlatano di turno e rinnegando il vangelo come ci è stato trasmesso dalla Chiesa. Non c'è, però, un vangelo che possa salvare diverso da quello predicato dagli apostoli e dai loro successori (Prima Corinzi 15,1-2). V'è soltanto una scimmiottatura delle parole del Signore: 'sono io', 'il tempo è vicino', oltre al dramma di chi aderisce agli impostori e rovina sé stesso e i suoi cari. 
Il terzo: credere che il termometro per misurare la vitalità della vita della Chiesa e del credente in Cristo sia l'applauso e il riconoscimento mondano. 'Avrete allora occasione di dare testimonianza'. Quando, Signore? 'Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome'. Non siamo stati costituiti per farci dire 'bravi' dal mondo nel senso di bravura come lo intende lui, il mondo. Il cristiano è, per il mondo, un fattore di destabilizzazione, per questo da togliere di mezzo. 
Chiediamo al Signore di rinvigorire la nostra fede perché lo possiamo servire in letizia e siamo perseveranti, rinnovando ogni giorno l'atto di affidamento a Dio, nostro unico bene. 
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Via Alcide de Gasperi n. 9
Campi Bisenzio, (FI) - 50013
0558963367
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