La prima domenica di Quaresima ci pone dinanzi alla questione fondamentale della vita dell’uomo, quella del rapporto con Dio e della dipendenza da lui, sulla quale, del resto, verte tutta l’attenzione di Gesù che continuamente vi richiama i discepoli e le folle.

 

La vicenda del peccato dei progenitori (prima lettura), il confronto tra Adamo e Cristo, la caduta e il dono di grazia (seconda lettura) e le tentazioni di Gesù nel deserto (vangelo) delineano il tema fondamentale della Quaresima: il rapporto con il Padre. Puoi scegliere di fare a meno di Dio, così come puoi deciderti per lui: in un caso ti ritrovi schiavo di ogni circostanza e di ogni idolo, nell’altro sei e realizzi te stesso come uomo, come persona. Definire e affrontare il rapporto con Dio e sciogliere la questione in un rinnovato abbandono fiducioso nel Padre: a ciò mira la Quaresima. Non v’è problematica più drammaticamente urgente e che sia necessario prendere di petto di questa, anche oggi, nel 2020, in un contesto culturale, di pensiero, di vita pratica, che l’ha semplicemente rimossa, quand’essa si affaccia, invece, di continuo in forme e modalità grottesche e surrogate come gli oroscopi, le cartomanzie, le spiritualità vagamente orientaleggianti, sette e tecniche di benessere e autocontrollo mentale ecc..  

 

Vivere nella dipendenza dal Padre ed essere liberi in Cristo, fare a meno del Padre per ritrovarsi nelle mani del Mangiafoco di turno: come ci troverà la Pasqua?