Venerdì 13 marzo 2020: venerdì della seconda settimana di Quaresima.
Oggi si osserva l'astinenza dalle carni.
La storia della parabola dei vignaioli omicidi (Mt 21,33-46) «continua a ripetersi. Altri uomini sono stati chiamati da Dio a coprire i posti lasciati vuoti dall’antico Israele; Dio ha dato ad essi il suo Regno, li ha gratificati di vocazioni privilegiate, li ha circondati delle più amorevoli cure, li ha costituiti in suo nuovo popolo, la Chiesa, ma pochi portano i frutti attesi, mentre molti non corrispondono. Le passioni continuano ad infiltrarsi nella vigna del Signore trasformando i vignaioli, da servi e figli fedeli, in uomini ingrati, cupidi, ribelli, traditori. La parabola invita a un serio esame di coscienza, a non chiudere gli occhi sui moti scomposti delle passioni, a controllare con cura la propria condotta per prevenire le devastazioni del male» (Intimità divina p. 270).
I giorni presenti ci costringono a rivedere tutta la nostra vita. Ciò che abbiamo fatto in tutta tranquillità e spensieratezza fino a ieri adesso si è volatilizzato. Confessiamolo: siamo impreparati. Non solo, ma in frangenti come questi viene fuori il peggio di noi: l’istinto di sopravvivenza galoppa, i più bisognosi e i più deboli vengono lasciati indietro, le tensioni esplodono in seno alle famiglie, i freni inibitori si allentano perché la paura della morte fa novanta.
Siamo in Quaresima, tempo di penitenza e di conversione, tempo di esame di coscienza. Anche questa Quaresima 2020 è tempo di grazia in cui il Signore è presente in mezzo al suo popolo e ci chiama a stringerci più fortemente a Lui perché diventi sempre più chiaro al nostro cuore che Egli solo è la nostra vita ed è Lui a portare avanti tutto. Il Signore non si è ritirato nelle sue stanze e nei suoi appartamenti, neanche in questi giorni, e ciò sia in termini di presenza amorevole sia in termini di richiamo a tornare a Dio.
Questa Quaresima 24h in casa chiede a noi, che non siamo abituati a stare in casa 24h, «a non chiudere gli occhi sui moti scomposti delle passioni, a controllare con cura la propria condotta per prevenire le devastazioni del male». Il tutto con i sentimenti di un antico inno penitenziale cristiano: «Ho sentito la tua grazia dire ai peccatori: Chiamate e vi sentirò, bussate e vi aprirò. Io chiamo come la peccatrice del Vangelo, supplico come il pubblicano e come il figliol prodigo. Ho peccato contro il cielo e contro di te. O Salvatore, libera anche l’anima mia dal peccato, perché le mie colpe hanno suscitato la tua collera; abbi pietà di me nella tua misericordia».