Con oggi terminano le ferie dell’Ottava di Pasqua nelle quali la liturgia ha proclamato i brani evangelici relativi alle apparizioni di Gesù risorto ai discepoli nel tempo compreso tra la risurrezione e l’ascensione.

 

Il brano odierno è tratto dalla finale del vangelo secondo Marco (Mc 16,9-15) che in successione ricorda l’apparizione di Gesù alla Maddalena prima, ai due di Emmaus poi e infine al gruppo degli Undici apostoli ai quali il Signore affida il compito di diffondere il Vangelo.

 

L’evangelista mette in evidenza l’incredulità degli Undici che giungono alla professione di fede pasquale solo al termine di un percorso in più tappe. Essi non credono alle testimonianze che vengono loro riportate e soltanto alla fine, sotto il rimprovero di Gesù, la mancanza di fede cede il passo al riconoscimento della verità.

 

In questa vicenda ravvisiamo un’indicazione importante per noi che celebriamo la risurrezione del Signore da ormai quasi una settimana: stiamo attenti a non lasciarci prendere da entusiasmi tanto facili quanto volatili e vigiliamo dal momento che l’incredulità resta in agguato per far presa sul nostro cuore. In particolare, l’ostinazione dei discepoli nel non credere alle parole dei primi testimoni della risurrezione ci aiuta a capire quanto sia decisivo, nella preghiera, domandare al Signore la grazia di saper riconoscere le testimonianze di lui risorto, come la vita di santità di un fratello, una sorella, vita che diventa specchio della vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte.