Pensiero del Parroco

Martedì della quarta settimana di Pasqua (Gv 10,22-30)
 
 
Andando avanti nella lettura del capitolo decimo di San Giovanni, ci rendiamo conto sempre meglio dei destinatari della similitudine del buon pastore e del suo senso profondo che emerge in opposizione a questi. La domanda dei Giudei tradisce la loro impazienza e anche l'incapacità a riconoscere, dai segni compiuti, la vera natura della persona di Gesù. Non v'è bisogno che Gesù dica apertamente d'essere il Cristo, come essi vorrebbero e lo implorano; Gesù si è già espresso in proposito. Come? Attraverso le sue opere, i segni che ha posto e che, per chi si avvicina a lui con cuore non falsato dal pregiudizio, si rivelano più che sufficienti perché si creda in lui. Il loro, tuttavia, è un animo non ben disposto, non può giungere alla fede e lasciarsene illuminare poiché essi non rassomigliano alle pecore: queste ascoltano la voce del pastore, loro, invece, le rigettano («Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. Molti dicevano: "È indemoniato ed è fuori di sé; perché state ad ascoltarlo?"» - Gv 10,19-20). La storia si ripete in ogni tempo; considerato sotto questo aspetto, il quarto vangelo non finisce di rimanere attuale dal momento che descrive il grande dramma che ruota intorno a Cristo, alla sua persona e alle sue parole, il dramma di chi crede e di chi non crede, un dramma che continuamente si ripete. Le pecore ascoltano la voce di Gesù. Per esse il suo linguaggio non è duro e la sua parola viene accolta quale parola di luce e di bene per la vita (diversamente, invece, pensano molti discepoli in Gv 6, 60-66). Certo, la parola di Cristo è impegnativa, Cristo è la porta delle pecore, ma la porta è stretta (cfr Lc 13,22 e vvss seguenti), quindi vien fatto di domandarsi: chi riuscirà a passarvi? Ricordiamoci di quanto Gesù ha detto rispondendo a quei discepoli che lo accusavano a Cafarnao d'aver parlato difficile e urtante: lo Spirito dà la vita, la carne non giova a nulla. Lo Spirito Santo, che scruta le profondità di Dio, attualizza per noi le parole di Gesù, ce le fa accogliere quale sorgente di consolazione e di speranza, 'giogo dolce' e 'peso leggero' (cfr Mt 11,30). 
 
 
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
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