Pensiero del Parroco

Il brano del Vangelo della ventitreesima domenica del Tempo Ordinario (4 settembre 2016) è un invito a volgere, ancora una volta, lo sguardo del cuore sul nostro essere discepoli di Gesù. 
Per ben tre volte, infatti, il Signore ribadisce che, se non si verificano alcune, precise, condizioni, non si può 'essere mio discepolo'.
Andare dietro a Gesù e amare meno lui degli affetti più cari e della stessa vita; non portare la propria croce e non seguirlo; non rinunciare a tutti gli averi: ecco le situazioni che impediscono e vanificano ogni possibilità di essere discepoli.
A esemplifazione di quanto dichiarato il Signore narra le parabole della torre e della guerra: prima di iniziare qualcosa, devi pensarci su e capire se puoi o non puoi.

Oggi Gesù ci domanda di non essere superficiali e sbrigativi.

Il discepolo non è un facilone, uno che è convinto di cavarsela con poco.

Il discepolo, invece, consapevole di essere tale, e perciò avendo presente chi è il suo Maestro: la via che egli ha percorsa, le parole che egli ha pronunciate, i gesti che egli ha compiuti; il discepolo, dunque, è una persona che ha meditato bene se mettersi o no in cammino e, una volta decisosi, va avanti senza tirarsi in disparte. 

Il discepolo ha una vita interiore, nella quale soppesa la portata e le conseguenze del suo decidersi, ora per ora, per Gesù e il Vangelo, sì che di lui si può dire che è, per l'appunto, discepolo.

Buona domenica a tutti.

Don Massimo, parroco.

Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
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