La Quarta Domenica di Pasqua è chiamata 'Domenica del Buon Pastore' a motivo del brano del Vangelo proclamato nella Messa e tratto dal decimo capitolo del Vangelo secondo San Giovanni. Qui l'evangelista riporta una serie di affermazioni di Gesù nelle quali il Signore paragona se stesso a un pastore e i suoi al gregge che egli pasce.
Si tratta di uno dei passi più commoventi di tutto il Vangelo. Leggendolo con fede, ci è data la grazia di percepire ancor oggi la tenerezza che le parole e la voce del Signore sprigionavano e diffondevano intorno.
Gesù è tutto per il gregge, ecco il dato di fondo. Il gregge è il senso e lo scopo della sua vita e della sua persona. Per il gregge il Signore è pronto a dare, anzi dà la vita, e non perché costretto da qualche convenienza del tipo 'fare buon viso a cattivo gioco' o da un tornaconto personale. No, niente di tutto ciò. Gesù dà la vita per i suoi perché lo vuole e può farlo. La croce non è stata subita, ma voluta e abbracciata dal Signore. Per questo essa è divenuta per noi strumento di salvezza e per questo il Padre ha risuscitato il Figlio sciogliendolo dai legami e dalle angosce della morte.
Grazie, Gesù, Buon Pastore che sei tutto per noi.
Grazie, Gesù, Buon Pastore che fai di noi lo scopo e il senso della tua vita.
Grazie, Gesù, Buon Pastore che non ci abbandoni nelle mani del nemico.
Ti adoriamo, ti lodiamo e ti benediciamo e ti chiediamo: donaci sacerdoti santi per i quali i fratelli e le sorelle rappresentino tutto. Donaci religiosi e religiose che siano profezia di 'un solo gregge, un solo pastore', di una umanità riconciliata nell'amore e proiettata verso il regno dei cieli.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.