Continua la lettura del ‘discorso della montagna’ con il prosieguo immediato delle Beatitudini, costituito dalla doppia immagine del sale e della lampada accesa applicata ai discepoli.

Sale, luce: ecco cosa sono i seguaci di Cristo.

Sale dell’umanità, luce del cosmo intero.

Lampade accese nella notte del mondo; punti di riferimento per tutti gli uomini e le donne di buona volontà; richiamo a Dio e alla sua santità; condimento di ciò che è insipido e immangiabile; mezzo di mantenimento di ciò che è buono e vero.

Grande ed eccelsa è la vocazione del cristiano!

Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa, ‘Lumen gentium’, ha chiarito bene, al numero 31, la natura e la missione dei fedeli laici uomini e donne.

Rileggiamolo, perciò, con attenzione: Col nome di laici si intende qui l'insieme dei cristiani ad esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano.

Il carattere secolare è proprio e peculiare dei laici. Infatti, i membri dell'ordine sacro, sebbene talora possano essere impegnati nelle cose del secolo, anche esercitando una professione secolare, tuttavia per la loro speciale vocazione sono destinati principalmente e propriamente al sacro ministero, mentre i religiosi col loro stato testimoniano in modo splendido ed esimio che il mondo non può essere trasfigurato e offerto a Dio senza lo spirito delle beatitudini. Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo esercitando il proprio ufficio sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo a manifestare Cristo agli altri principalmente con la testimonianza della loro stessa vita e col fulgore della loro fede, della loro speranza e carità. A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle quali sono strettamente legati, in modo che siano fatte e crescano costantemente secondo il Cristo e siano di lode al Creatore e Redentore.

Certamente essere sale e luce non è proprio soltanto dei fedeli laici, ma anche dei ministri ordinati, dei religiosi e delle religiose; tutti i battezzati, in virtù dell’unico battesimo, sono costituiti ‘christifideles’, fedeli di Cristo.

Di fatto nelle situazioni e nei luoghi della vita di ogni giorno sono i fedeli laici a essere, nella stragrande maggioranza dei casi, presenti in prima battuta, se non esclusiva.

Per questo, da ministro ordinato quale sono e responsabile del popolo che mi è stato affidato e che è formato tutto di fedeli laici, credo che la lettura di Lumen gentium 31 possa essere uno dei migliori commenti al Vangelo di questa quinta domenica del tempo ordinario, e più che un commento: una indicazione altamente programmatica, una strada tracciata, da percorrere con l’aiuto della grazia di Dio e nella certezza della presenza amorosa e provvida del Signore.

Buona domenica a tutti.

Don Massimo, parroco.