Inizia la Quaresima e lo fa con il gesto austero e suggestivo dell'imposizione delle ceneri.
Inizia il periodo dell'anno liturgico più intenso: la Quaresima, il Triduo Pasquale, il tempo di Pasqua.
Periodo che è come uno specchio della nostra vita: pellegrini sulle strade del mondo e per i sentieri del tempo (la Quaresima) sorretti dalla fede in Cristo morto e risorto (il Sacro Triduo della Pasqua), eredi fin d'ora della vita eterna e dei beni celesti meritatici dal Signore Gesù (il tempo di Pasqua).
Le Ceneri lo aprono, l'impeto del vento di Pentecoste lo chiude.
Le Ceneri, appunto: segno della nostra condizione: di peccatori, di viandanti, gente di passaggio, di mendicanti di tutto, in primis della misericordia di Dio e della sua grazia, in secondo luogo di uno sguardo buono sul prossimo e da parte del prossimo.
Di questa condizione la Quaresima, con le Ceneri, ci chiede di riappropiarci, di sentirla e viverla come la nostra, come la base di partenza per tutto.
Peccatori, viandanti, gente di passaggio, mendicanti: ecco chi siamo e la Quaresima vuole ricordarcelo, ha lo scopo che ce lo imprimiamo a fondo nel cuore e nella mente.
Questo è il passo necessario da compiere, da parte di noi, perchè il Signore Gesù possa, da parte sua, agire e operare nella nostra vita, realizzarvi la sua volontà, compiere il suo disegno: la lode e la gloria della Santissima Trinità e la salvezza delle nostre anime.
Preghiera, digiuno, opere di bene sono le modalità per risvegliare, alimentare e custodire il senso d'essere peccatori, viandanti, gente di passaggio, mendicanti.
Preghiera: perché senza il Signore siamo niente e non ce ne riesce neanche una.
Digiuno: perché a Dio solo vanno la lode e la gloria e a Lui non possiamo proprio rinunciare.
Opere di bene: perché riconosciamo che il prossimo non è poi così diverso da noi, ma ci lega tutti un legame fortissimo: quello del medesimo essere uomini e donne, da cui si originano gesti ed atti di condivisione e donazione.
Peccatori, viandanti, gente di passaggio, mendicanti: sentiamoci così e viviamo così. Allora sarà davvero Santa Queresima.
Don Massimo, parroco.