Nella Messa feriale abbiamo iniziato a leggere la seconda parte del libro della Genesi, i capitoli da 12 a 50, ovvero le narrazioni delle vicende dei patriarchi di Israele, e siamo partiti con Abramo.
La risposta di Abramo al Signore Dio, che gli si manifesta ordinandogli di lasciare il suo paese per una terra che gli sarà indicata e che egli non conosce, rivela i sentimenti e i pensieri del cuore del primo patriarca di Israele nonché capostipite dei tre grandi monoteismi.
I sentimenti e i pensieri del cuore di Abramo sono sentimenti e pensieri di obbedienza e totale sottomissione alla parola divina: Abramo parte, senza battere ciglio, sicuro solo della parola ricevuta.
Afferma la Lettera agli Ebrei che 'la parola di Dio discerne i sentimenti e i pensieri del cuore'.
Con la parola di Dio non è dato giocare a nascondino.
La parola di Dio diventa giudizio sulla nostra vita e, se la ascoltiamo e la riceviamo con fede, essa ci rende manifesto ciò che portiamo nel cuore e che, forse, non osiamo confessare neppure a noi stessi, figurarsi agli altri!
La figura di colui che, come recita la prima preghiera eucaristica, è 'nostro padre nella fede' ci sia di aiuto perché, meditandone l'esempio e invocandone l'intercessione, sappiamo essere uditori attenti della parola di salvezza, pronti a lasciarci mettere a nudo e convertire da essa.