Pensiero del Parroco

Con la quindicesima domenica del tempo 'per annum' iniziamo la lettura del capitolo tredici del Vangelo secondo Matteo: il 'discorso in parabole', il terzo dei cinque discorsi intorno ai quali il primo vangelo è costruito.

La parabola è una modalità espressiva che Gesù ha utilizzato per insegnare alle folle che lo ascoltavano.

La parabola istituisce un paragone fra un aspetto della realtà della vita quotidiana (in questa domenica il gesto della semina) e una o più dimensioni del mistero di Dio e del suo regno, cui la narrazione allude in modo comprensibile, ma mai diretto.

La parabola, dunque, pur essendo facilmente comprensibile e afferrabile nel suo significato, non è mai banale né il suo senso si intuisce immediatamente, ma sempre ci vuole un po' di fatica per raggiungerlo e non è detto che ci si riesca, anzi.

Gesù, infatti, citando il profeta Isaia, parla di un indurimento del cuore, di sguardi che non colgono la sostanza delle cose, di un ascolto che in realtà è solo di facciata. 

Certo, il Signore alludeva al rifiuto e all'incomprensione che accompagnavano l'annuncio del Vangelo portato avanti da lui stesso, ma, poiché la parabola del seminatore e l'accenno al rifiuto della Parola di Dio risuonano per noi oggi, siamo chiamati a sentirci interpellati in prima persona.

In effetti, se ci pensiamo, quanto è abbondante la Parola di Dio che ci raggiunge ogni giorno e ogni domenica nella celebrazione della Santa Messa, come nella Liturgia delle Ore.

Realmente dobbiamo ringraziare i Padri del Concilio Vaticano II per aver rimesso la Parola di Dio al centro della vita delle nostre comunità e aver restituito dignità alla Liturgia della Parola nella celebrazione eucaristica.

La Parola proclamata e ascoltata ci fa vedere in Dio, mette a nudo le nostre infermità spirituali, denuncia al nostro cuore i nostri peccati e ci spinge alla conversione; essa è anche fonte di consolazione e di incoraggiamento, ma non solo. Ci aiuta a vedere chiaro nella nostra vita, a discernere pensieri e sentimenti disponendoci al compimento della divina volontà.

Però bisogna fare fatica, la Parola non è immediata.

Una fatica che è espressione di affetto e di amore verso quella Parola, il Verbo coeterno al Padre, che si è degnata di farsi uomo in Cristo per aprirci i tesori del suo cuore e della sua grazia.

Senza questa fatica da parte nostra la Parola di Dio non potrà convertirci, non potrà illuminarci, non potrà arricchirci: 'a chi ha verrà dato e sarà nell'abbondanza'.

Senza questa fatica ci saranno soltanto indurimento di cuore e superficialità, in alcuni casi anche gravemente colpevole; e ci impoveriremo, spiritualmente e moralmente, sempre più: 'ma a colui che non ha sarà tolto anche quello che ha'.  

Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Via Alcide de Gasperi n. 9
Campi Bisenzio, (FI) - 50013
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