Pensiero del Parroco

La diciassettesima domenica 'per annun' (30 luglio 2017) vede la conclusione della lettura del capitolo tredici del Vangelo secondo San Matteo, con le parabole della scoperta del tesoro nascosto in un campo e della perla di grande valore, della rete gettata in mare e poi pulita dai pescatori, del padrone di casa e del suo forziere.

Con l'immagine finale Matteo vuole alludere a se stesso e alla sua conversione dalla fede ebraica al messaggio annunciato da Gesù: l'adesione alla parola del maestro di Nazaret è il compimento delle attese e delle speranze contenute nelle pagine sacre del popolo di Israele, delle quali Levi era profondo conoscitore. 

La figura del padrone, che dalla sua cassaforte tira fuori ciò che occorre per il buon andamento della propria casa, diventa per noi un appello potente. 

Se la nostra conversione al Signore e alla fede è recente, essa ci richiama al fatto che l'adesione al Vangelo è sì rottura con la vita precedente nelle sue realtà di peccato e nelle sue ombre, ma anche continuità con le sue luci e quanto di buono già vi si trovava; anzi, sotto quest'ultimo aspetto, la conversione al Signore costituisce la piena realizzazione di tutti i desideri, le speranze e le opere di bene. 

Se la nostra conversione al Signore è lontana nel tempo - qui intendo dire quella fondamentale, originaria, la parabola del padrone di casa ci porta a volgere lo sguardo del cuore su quei salti e passaggi di qualità che caratterizzano l'esperienza del credere e che si pongono come dei punti di non ritorno, come dati ormai acquisiti nella nostra vita.

Per renderci conto di che?

Del fatto che ogni passo in avanti nella fede è anch'esso in un rapporto di discontinuità e di superamento con quanto precede e, al tempo stesso, porta a maturazione i semi di grazia e di bene che il Signore aveva seminato in noi prima di quel passo.

E così via, di salto in salto, sì che nell'insieme emerge la realtà di un organismo vivente - il mistero dell'uomo che accoglie Gesù come Signore della sua vita - nel quale niente è fuori posto, ma tutto ha una funzione e coopera a quanto San Paolo ci dice nel brano della Lettera ai Romani, proclamato come seconda lettura:

'Quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha prdestinato li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati'.

 

 

Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
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