Nella seconda lettura della Messa del giorno di Pentecoste ascoltiamo una delle affermazioni più potenti dell'apostolo Paolo: 'E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre!'.

Il dono dello Spirito Santo, promesso da Gesù nel Cenacolo ed effuso da Dio Padre nella Pentecoste, opera in chi lo riceve la nascita spirituale alla vita di figlio adottivo di Dio. E, come ricorda Gesù nel Vangelo di San Giovanni, fra lo schiavo e il figlio corre una differenza sostanziale: lo schiavo non è libero, il figlio sì (cfr Gv 8, 31-36).

Lo Spirito Santo ci fa figli e ci apre il cuore a Dio e alla sua grazia.

Per questo siamo liberi.

Liberi non perché facciamo quello che ci pare e ci piace; non perché crediamo nella licenza sfrenata e senza regole; non perché assecondiamo comunque e sempre il primo desiderio che si affaccia al cuore.

Liberi perché, per grazia, possiamo guardare alla vita con fiducia e con serenità: impegnandoci e perseverando nel bene e nella virtù; ponendo a fondamento del nostro agire il dono di noi stessi nella gratuità; soccorrendo chiunque si trovi nel bisogno e nella necessità.  

Liberi perché figli. Di Dio.

Nel Vangelo risuona l'insegnamento di Gesù che dello Spirito dice che ricorderà ogni sua parola.

Spirito Santo, ti invochiamo, vieni su noi e sulla Chiesa e sul mondo intero!

Ricordaci le parole di Gesù, le parole del Figlio amato: con le sue parole Egli ci educa; con le sue parole Egli ci ammaestra; con le sue parole Egli ci custodisce nella libertà; con le sue parole Egli ci salva!

Santa Domenica di Pentecoste a tutti!

Cristo è risorto e ci ha fatto dono del suo Spirito!

Amen, alleluia!

Don Massimo, parroco.