La quarta domenica di ottobre è dedicata alle missioni e alla missionarietà. Si celebra in questa data, infatti, la giornata missionaria mondiale. 

Il pensiero va subito a tutti coloro che hanno lasciato la propria terra d'origine per portare l'annuncio del Vangelo in paesi lontani, là dove la parola di salvezza non è ancora risuonata oppure solo da poco essa ha iniziato ad essere accolta. Ma la mente si indirizza anche alle regioni che hanno ricevuto per prime il dono della fede ed oggi stentano a conservarlo e a trasmetterlo ancora. 

Se fino a pochi anni fa erano le chiese locali dell'Europa a donare missionari alle altre chiese sorelle, oggi si verifica l'inverso: le nostre comunità, impoverite quanto a vocazioni e a frequenza ai sacramenti, vedono l'arrivo di fratelli e sorelle provenienti dalle giovani chiese che brillano per la vivacità e l'esultanza nella fede.

Anche la nostra parrocchia si è aperta al mondo accogliendo, negli ultimi dieci anni, cappellani originari delle terre più diverse e lontane fra esse stesse, eppure questo non si è rivelato, a conti fatti, un limite invalicabile e invalidante, quanto una grazia e un arricchimento, un toccare con mano la cattolicità della Chiesa, la sua universalità e insieme la sua unità nel segno dell'unica fede, dell'unico Signore, dell'unico battesimo. 

Missione e comunione, dunque, sono le facce di una stessa medaglia: la missione, cioè l'annuncio del Vangelo, genera comunione, fraternità e amicizia in Cristo; la comunione, a sua volta, si pone a servizio della missione, la sostiene e la promuove. 

In questa domenica, dunque, portiamo nella preghiera tutti i missionari e tutte le missionarie sparsi nel mondo, in particolare gli otto preti fiorentini che svolgono il loro ministero sacerdotale 'fidei donum' in Africa e nell'America Latina.

Domandiamo al Signore numerose e fervide vocazioni alla missione: vocazioni di sacerdoti, di religiosi e religiose, di famiglie e di laici uomini e donne.

Chiediamo che le giovani chiese del Sud del mondo siano per le nostre di antica tradizione e per la Chiesa tutta un richiamo continuo alla novità travolgente ed entusiasmante del Vangelo.

Imploriamo di poter essere noi stessi un segno vivo e trasparente di Gesù.