Pensiero del Parroco

Domenica 29 ottobre, trentesima del tempo ordinario. 

Nel Vangelo Gesù risponde a una domanda di un dottore della Legge del gruppo dei farisei sul 'grande comandamento'. 

L'ebraismo del tempo si interrogava su quale potesse essere il principio unificatore di tutta la legislazione religiosa vigente, diremmo l'anima dei tanti precetti che regolavano la vita quotidiana dell'israelita: il grande comandamento, appunto. 

Gesù interviene nella questione accostando e legando in un vincolo indissolubile due precetti della Legge di Mosè: il primo, l'amore verso Dio, si trova formulato nel Libro del Deuteronomio all'interno della preghiera dell'Ascolta, Israele' (Dt 6,4-9), il secondo, l'amore del prossimo, è all'interno di tutta una serie di prescrizioni riguardanti i rapporti sociali nel Libro del Levitico (Lv 19,18b). Entrambi concorrono a formare il grande comandamento, accomunati dall'amore, con la precedenza del pensiero rivolto a Dio, precedenza che non solo non sminuisce l'importanza dell'amore verso il prossimo, ma, anzi, viene ad essere il fondamento e la possibilità di questo il quale, a sua volta, dimostra, se praticato, la sincerità e la bontà del primo. 

Tre piste di riflessione e di preghiera.

La prima: l'amore accomuna ambo gli ambiti del grande comandamento. Il Signore da noi si aspetta amore, affetto. Dio non ci vuole meccanici esecutori di ordini per timore di castighi da parte sua. L'obbedienza della fede, che egli ci chiede, è libera e lieta adesione del cuore e della persona a Lui che si dona. Senza affetto, senza attaccamento, non possono esserci né amore verso Dio né amore verso il prossimo. 

La seconda: la precedenza a Dio, il primato al Signore. O Dio è al primo posto o non amerai un bel niente: né Lui né i fratelli e le sorelle né nessuno. Solo la grazia divina e i doni dello Spirito Santo ci rendono capaci di raggiungere mete altrimenti impensabili. 

La terza: Dio va amato nel prossimo. Non puoi dire 'amo Dio' e lasciare indietro il prossimo. San Giovanni lo aveva capito talmente che nella sua Prima Lettera afferma: Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede (1 Gv 4,20). La precedenza data a Dio e il conseguente dono del Signore ti mettono in condizione di amare il prossimo, però, poi, non puoi rimanere inerte e limitarti a dire 'quanto ti voglio bene, Gesù'. Glielo puoi dire anche diecimila volte al giorno, ma, se non ami il prossimo, sono parole che tornano a tua condanna. 

Affetto e attaccamento per Dio e per il prossimo, Dio al primo posto, Dio amato nel prossimo: questo chiediamo al Signore in questa trentesima domenica del tempo ordinario, invocando per noi  e su noi l'intercessione di tutti i Santi e tutte le Sante di Dio, di cui ci apprestiamo a celebrare la festa il prossimo 1° novembre e nei quali queste grazie si sono manifestate in tutto il loro splendore.   

 

Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
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