Il brano del Vangelo di questa trentunesima domenica del tempo ordinario (5 novembre 2017) è tratto dal capitolo ventitreesimo di San Matteo nel quale l'evangelista inserisce un durissimo atto d'accusa di Cristo contro i farisei e la loro mentalità religiosa.
Fin dalle prime battute del discorso, rivolto alle folle e ai discepoli, ben sapendo di quanta autorità godessero presso il popolo, il Signore non demolisce l'insegnamento dottrinale dei farisei, ma al tempo stesso distingue fra il loro magistero e la condotta di vita: si faccia quel che insegnano; essi non lo fanno e perciò cadono in grave contrasto, e in ciò non vanno imitati, però la validità delle loro parole è fatta salva poiché tali insegnamenti sono fondati sulla rivelazione divina a Mosè. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere perché essi dicono e non fanno.
Quanta libertà c'è in questo detto del Signore, difficile da attuare, ma apportatore di pace interiore!
Quando senti un cattolico che ragiona in questi termini: io vado in quella parrocchia perché c'è quel prete, io non vado nella mia parrocchia perché c'è quel prete; i preti o le suore o i frati, che dir si voglia, sono tutti una massa di ... - scegliete voi quale luogo comune più gettonato vi aggrada e completate la frase - e per questo io non vado più in chiesa o non credo alla Chiesa; e discorsi simili si potrebbero applicare a quel volontario parrocchiale o della Caritas o a quell'insegnante di religione o a un catechista o un ministro straordinario della Comunione ecc., ecc..; quando, dunque, si pensa e si ragiona così, si dà prova di possedere una mentalità mondana e non evangelica.
Ma tu per chi vai alla Messa o in chiesa?
Per il prete?
Poveretto tu, poveretta tu!
Tu vai in chiesa per Gesù, spero!
Tu vai in chiesa perché il ministro rappresenta, anzi è Gesù nell'atto della celebrazione sacramentale.
Poi l'empatia, la santità della vita, ci mancherebbe!
Ma se l'empatia non c'è?
E se quello, se quella scopri che è un poco, una poco di buono, tu che fai?
Butti tutto all'aria?
Forse che la Parola di Dio è confinata negli stretti abiti del ministro che la proclama? O è più forte?
Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere perché essi dicono e non fanno: quanta libertà!
Ma è difficile! Va chiesta al Signore! Non viene da sé e domanda anche eroicità in alcuni casi.
Ma allora bisogna passare tutto?
E chi l'ha detto?
Gesù non ha assolto i farisei, non mi sembra che abbia affermato e fatto questo, anzi!
Però ha precisato che la Parola di Dio è più grande di chi la annuncia.
E la Chiesa a sua volta ha compreso che il dono del sacramento è più grande del ministro celebrante.
Preghiamo per la santità nella Chiesa: la santità dei vescovi, dei preti e dei diaconi; la santità dei religiosi e delle religiose; la santità dei fedeli laici, uomini e donne!
Chiediamo perdono per i contrasti, le contraddizioni, gli scandali che fanno particolare presa sui più fragili, su chi è debole nella fede, e profanano il Sangue del Signore.
Domandiamo che tante ferite possano essere curate e da tanto male fiorisca il bene.
Soprattutto teniamoci lontani noi per primi dalla mentalità farisaica.
Diciamo e facciamo: quanto meno proviamoci.