Pensiero del Parroco

Torna di nuovo la figura del Battista nella liturgia festiva della terza domenica d'Avvento, questa volta tramite la testimonianza dell'evangelista San Giovanni. 
Leggendo uno scritto di un autore ortodosso, Sergej Bulgakov, mi sono imbattuto in alcune frasi che ho trovato molto pertinenti al Vangelo di questa domenica 17 dicembre e che volentieri condivido con voi: Giovanni non era un taumaturgo, era un testimone della verità; è in questo che consiste la sua grandezza. Molti fecero miracoli prima di lui tra i nati di donna. Ma Giovanni era così grande che non fece alcun segno. L'opera della sua vita fu un solo e unico segno: è lui stesso, l'Amico dello Sposo nella sua umiltà. 
Nel Vangelo (Gv 1,6-8.19-28) Giovanni Battista, richiesto di dire chi fosse, risponde anzitutto precisando chi lui non sia: né il Cristo né Elia né il profeta preannunciato da Mosé morente e destinato a prenderne il posto. Poi si definisce come la voce di un altro: 'io sono voce di uno che grida nel deserto'. Infine afferma sì di battezzare, ma lascia intendere d'essere pronto a lasciare il campo a colui che viene dopo di lui. 
Non ha compiuto nessun miracolo Giovanni Battista, e questo in effetti è vero, basta leggere il Vangelo per rendersene conto. Il più grande fra i nati di donna, come lo chiama Gesù, non opera nessun evento prodigioso in tutta la sua vita: non guarisce malati, non risuscita morti, non comanda alla natura sì che questa gli obbedisca, non è liberato miracolosamente dalla prigionia (come, invece, Pietro; vedi gli Atti degli Apostoli). Niente, ma proprio niente. Lascia che i suoi discepoli vadano dietro a Gesù e rimprovera quei suoi figli spirituali zelanti che, invidiosi del successo di Cristo, vorrebbero insinuare nel loro maestro sentimenti di rivalità concorrenziale. Egli è l'Amico dello Sposo, che deve diminuire mentre lo Sposo cresce. Destinato nel piano della salvezza a dare testimonianza alla luce che è Cristo, il Battista è testimone e Amico dello Sposo e adempie fedelmente questa vocazione sino alla fine. Tutta la sua vita è un segno, un grande segno, che rimanda a Cristo. Come afferma la liturgia della Chiesa nel prefazio della Messa in onore di San Giovanni Battista: 'solo fra tutti i profeti indicò al mondo l'Agnello del nostro riscatto'. 
Quale grande lezione per noi!
Non ci è chiesto d'essere dei taumaturghi.
Non ci è chiesto di fare miracoli.
Non ci è chiesto di essere dei supereroi della fede.
Ci è domandato d'essere fino in fondo quello che siamo, per il Battesimo: discepoli di Gesù, figli di Dio. 
Con la nostra vita a far da segno.
La santità è feriale, non festiva.
La santità è molto più concreta e semplice di quel che pensiamo, ma proprio per questo molto più ardua da attuare e perseguire con costanza e perseveranza. 
In questa terza domenica d'Avvento la Chiesa ci invita alla gioia nell'attesa del Natale ormai vicino. 
Se smetteremo di inseguire l'illusione d'essere dei taumaturghi e degli operatori di miracoli; se ci convinceremo che il segno è tutta la nostra vita, allora la gioia di Cristo e del Vangelo abiterà i nostri cuori.
A tutti l'augurio di una Santa Novena del Natale.  
 
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
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