Pensiero del Parroco

1, 14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo".
16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: "Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini". 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. 

Nella terza domenica del tempo ordinario ascoltiamo, dal Vangelo secondo Marco, la narrazione dell'inizio dell'attività pubblica di Gesù e della chiamata dei primi discepoli. 
 
Gesù è presentato nella veste di un araldo in atto di proclamare il messaggio che gli è stato affidato: il Vangelo di Dio, la buona notizia di Dio. 
Dio è una buona notizia! Il Dio in cui crediamo, a cui abbiamo affidato la nostra vita, nel quale abbiamo riposto le speranze e le attese, al quale confessiamo incertezze, paure, timori, è una buona notizia (Vangelo significa buona notizia): per l'uomo, per la sua vita ('per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo').  Proviamo a domandare in giro, intorno a noi, che cosa si pensa di Dio, se Dio possa essere una buona notizia. Siamo proprio sicuri che ci verrà risposto in modo positivo? E noi, che responsabilità abbiamo in tutto questo? Lasciamo intravedere nella nostra carne che Dio è una buona notizia? 
Le prime parole di Gesù, che San Marco riporta, non lasciano spazio a interpretazioni: la questione Dio è la questione decisiva per ogni uomo e tu non puoi eluderla. Tutto in Gesù rinvia a Dio come al problema più importante, come al pensiero più assillante, che deve entrare dappertutto, in ogni stanza del cuore, in ogni angolo dell'esistenza: se Dio è la buona notizia.., non può essere diversamente! Perché lo sguardo su Dio rende capace l'uomo di guadare nella giusta prospettiva se stesso, le sue cose, i suoi simili, i problemi di ogni giorno, passato, presente e futuro. E anche qui: per noi, che diciamo di credere in Dio, è così? 
 
Il contesto geografico in cui l'annuncio del Vangelo accade: il lago di Gennesaret o Mare di Galilea o Lago di Tiberiade: un ambiente naturale fantastico, soprattutto in primavera.
Non è un caso che Dio abbia scelto le sponde del Lago di Tiberiade perché suo Figlio lo facesse conoscere. Uomini semplici, anche rozzi e duri, come dei pescatori, furono i primi destinatari del Vangelo; uomini abituati a una vita senza sconti, a un'esistenza che di piacevole aveva ben poco, che non poteva concedersi i lussi delle scuole rabbiniche di Gerusalemme né delle scuole filosofiche di Atene: a questi uomini e donne, che di bellezza poco si intendevano, Gesù annuncia la buona e bella notizia di Dio per ingentilirli, elevarli a uno sguardo nuovo su se stessi e la realtà. Dio è il sommo bene, è la somma bellezza, le sue perfezioni possono essere contemplate nel creato, che da lui ha origine, e allora sentiamo Gesù che parla della bellezza dei gigli del campo (quanti gigli spuntano in primavera sulle sponde del Mare di Galilea!!) e di Dio che, se veste così i fiori, figurarsi cosa non farà per i suoi figli! E vediamo i discepoli osservare quei gigli, che fino ad allora erano passati inosservati, volgersi al cielo limpido e terso e iniziare a formarsi nel loro animo pensieri del tutto nuovi, belli, buoni: 'come è buono e bello Dio'; e crescere, elevarsi, rinnovarsi!!  
 
Gesù non solo annuncia il Vangelo di Dio, la venuta del suo regno, non soltanto chiede conversione e fede, ma agisce anche e chiama a sé i primi di quelli che dovranno condividere tutto di lui e con lui sia nei termini dell'unica esperienza apostolica sia nei termini delle successive generazioni di discepoli.
Inizia la Chiesa che è tutta in quei quattro primi chiamati: uomini e donne messi insieme da Cristo, da lui chiamati, da lui scelti, senza legami originari, senza previe comunanze di esperienze; uomini e donne di ogni età, ceto, condizione, estrazione sociale, che perdono significato e non contano più, per i quali l'unica realtà è Cristo; uomini e donne 'costretti' a stare e a crescere insieme per perdere il selvatico dell'ego al primo posto e acquistare il profumo del servizio.  
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Via Alcide de Gasperi n. 9
Campi Bisenzio, (FI) - 50013
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