Pensiero del Parroco

21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: "Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!". 25E Gesù gli ordinò severamente: "Taci! Esci da lui!". 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!". 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Vangelo secondo San Marco 1, 21-28. Quarta domenica del tempo ordinario: 28 gennaio 2018. 
 
Nel nostro itinerario alla scoperta di chi è Gesù sulle orme dell’evangelista San Marco, facciamo oggi tappa nella sinagoga di Cafarnao.
Le parole del Signore, il suo insegnamento, e l’esorcismo operato sullo spirito impuro suscitano nei presenti tutta una serie di domande: 'Che è mai questo?’, che pongono la questione dell’identità di Gesù.
Sappiamo che a questa domanda non viene data subito una risposta. Il quesito sarà sciolto sotto la croce, nella professione di fede del centurione romano. Tuttavia la questione è posta nel Vangelo di Marco, e fin da subito - a indicarne la centralità.
Lo spirito impuro, nel suo rivolgersi a Gesù, è esattissimo: è perfettamente cosciente che fra lui e Cristo non c'è niente in comune; sa di dov’è e che cosa è venuto a fare; lo riconosce nella sua divinità. Eppure egli viene messo a tacere poiché non si danno le condizioni perché le sue parole vengano interpretate correttamente. Il tempo della confessione di fede non è ancora venuto. E, infatti, di ciò che afferma si perde immediatamente memoria, rimanendo soltanto il comando perentorio del Signore e l’atto di ubbidienza dello spirito.
La confessione di fede ha i suoi tempi e giunge sempre al termine di un percorso, anzi potremmo dire che essa è in continuo divenire, nel senso che sempre è chiamata a rinnovarsi. «Per un riconoscimento esplicito di Gesù, la via che ha imboccato lo 'spirito’ può sembrare più diretta. Ma essa è stigmatizzata a vantaggio di una ricerca in un certo senso sperimentale. Le persone della sinagoga parlano a partire dalla propria esperienza e si lasciano stupire da essa, cioè da una realtà sulla quale non esercitano alcun controllo. La via più rapida dispensa dal prestare attenzione a quello che succede. Evita a colui che la imbocca di arrischiarsi a riconoscere ciò che appare solo progressivamente e non senza obbligare il soggetto a uscire dalle sue abitudini (modi di agire e modi di pensare), e dalle immagini che si fa di se stesso e dell’altro» (J. Delorme).
Le parole di questo esegeta ci possono aiutare a entrare nel movimento interiore che si genera in chi si avvicina a Gesù con cuore ben disposto. Questo movimento è vitale per la fede poiché senza di esso finisce per esserci posto solo per frasi e conoscenze astratte e teoriche, con conseguenze eutanasiche, con una fede che si addormenta per un sonno, da cui non si risveglierà più, sicura nelle sue granitiche certezze..
La confessione di fede, invece, domanda pazienza, stupore, umiltà, disponibilità a ricominciare ogni giorno, capacità di uscire dalle proprie costruzioni teoriche. 
«Siamo ancora capaci di stupore all’ascolto dell’insegnamento di Gesù? O sappiamo già tutto, come lo spirito impuro?» (E. Cuvillier).
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Via Alcide de Gasperi n. 9
Campi Bisenzio, (FI) - 50013
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