Pensiero del Parroco

La festa della Presentazione del Signore (2 febbraio) si celebra a quaranta giorni dal Natale e nella prossimità della Quaresima. Per un verso essa si lega al ciclo natalizio, di cui costituisce l'estrema conclusione, per l'altro apre e si apre al mistero pasquale, l'uno e l'altro legati dal comune elemento simbolico e tematico della luce. All'inizio della celebrazione si benedicono le candele con le quali accompagniamo la processione introitale: il pensiero corre subito alla Veglia di Pasqua, alla liturgia del fuoco nuovo e della rinnovazione delle promesse battesimali. Il cantico del vegliardo Simeone, che proclama Cristo 'luce per rivelarti alle genti', è al cuore della liturgia della parola, risuonando nella proclamazione del brano evangelico che, a sua volta, richiama il prologo di San Giovanni (Messa del Giorno di Natale - 'veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo') e il profeta Isaia (Messa della Notte di Natale - 'il popolo vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse'). 
Una festa, dunque, che celebra ancora una volta la luce che è Cristo. 
Non finiremo mai di adorare questo mistero: Cristo luce: luce dei cuori, luce del mondo, luce dei popoli.
Il Verbo si è fatto carne, è venuto ad abitare in mezzo a noi, per noi uomini e per la nostra salvezza ha dato la sua vita sulla croce,  è risorto e ha vinto la morte, ci dona il suo Spirito: egli, così, ha illuminato e illumina il mondo, irradiando la grazia sanante dell'amore di Dio. 
A metà fra il Natale e la Pasqua, allorquando le celebrazioni natalizie sono un dolce (forse) ricordo e la Pasqua è ancora abbastanza distante nel tempo da non attirare, più di tanto, l'attenzione, la festa della Presentazione vuole ridestare in noi, con il suo caratteristico lucernario iniziale, il senso vivo del mistero di Cristo luce.
La Santa Madre di Dio, San Giuseppe e i Santi Vegliardi Simeone e Anna intercedano per noi e ci ottengano la grazia di tenere sempre il cuore aperto ad accogliere Nostro Signore. Egli, che un giorno entrò nel tempio a Gerusalemme, oggi vuole entrare in quel tempio dello Spirito Santo che è il nostro corpo ed è la nostra persona, segnati dal sacramento del Battesimo. Apriamogli le porte del cuore! Certo, Egli è segno di contraddizione, come disse Simeone a Maria, 'affinché siano svelati i pensieri di molti cuori'. Certo è che, se lo facciamo entrare, con la sua luce Egli svelerà i pensieri del nostro cuore, anzitutto a noi stessi, compresi quelli inconfessati e sepolti sotto coltri di oblio. Ne verrà un dolore, si imporrà una scelta, non si potrà continuare a tenere insieme gli opposti con acrobatici e fantasiosi compromessi: ma, pur con tutta la fatica e la lacerazione che ciò potrà comportare, se ci lasceremo svelare da Cristo luce, questo sarà l'inizio della salvezza, l'inizio della risurrezione. 
 
 
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
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