Pensiero del Parroco

29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: "Tutti ti cercano!". 38Egli disse loro: "Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
 
La quinta domenica del tempo ordinario (4 febbraio 2018) ci presenta il seguito del brano letto nella quarta: siamo a Cafarnao, di sabato, sul mezzo del giorno. Gesù va a casa di Simone e Andrea, guarisce la suocera di Simone e si intrattiene a pranzo; alla sera, cessato il riposo sabbatico che impediva il trasporto degli ammalati sulle barelle e l'attività curativa, opera guarigioni e compie esorcismi. L'indomani, ancora a notte fonda, si ritira in preghiera: la sua assenza crea scompiglio, Simone e gli altri si mettono a cercarlo affannosamente, lo trovano, gli dicono che c'è il mondo a Cafarnao che lo aspetta, ma Gesù tira dritto per la sua strada e percorre tutti i villaggi della Galilea costringendo anche Simone e i discepoli a staccarsi dalla propria gente. 
Una prima riflessione sul Vangelo nasce dalla celebrazione della 40ª Giornata Nazionale per la Vita, che la Chiesa italiana vive ogni anno la prima domenica di febbraio: il Signore ha curato i malati e liberato gli afflitti dal maligno, il Signore non ha avuto in dispregio la vita umana sofferente e dolorante, se ne è fatto carico e non ha mai sposato la causa della carità pelosa, di quella apparente pietà che tuttavia, al fondo della questione, lascia intravedere una sostanziale indifferenza al destino di chi è meno 'fortunato'. Noi che crediamo nella Vita con la v maiscola siamo chiamati a difendere a spada tratta la vita con la v minuscola: ce lo chiede la fede certamente, ma anche la storia presente e nei termini di un vero e proprio servizio civico, a favore di tutta la comunità umana. Un cattolico che in questo campo sposa il pensiero mondano tradisce lo spirito autentico del Vangelo. 
Una seconda riflessione ci porta a leggere la giornata del sabato narrata da Marco in riferimento alla domenica. Certo, il contesto in cui viviamo ha smarrito la dimensione festiva propria della domenica, ridotta per un verso a tempo libero, per un altro a tempo lavorativo (le due facce della medesima medaglia..) e non ci aiuta. Però non possiamo nasconderci dietro un dito, dare la colpa alla società e con questo giustificare una nostra pigrizia o ignoranza. Riflettiamo: la mattina Gesù è in sinagoga, nel pomeriggio in famiglia e alla sera opera guarigioni. La domenica è il giorno del Signore non solo perché andiamo in chiesa a rendergli grazie e ad affidarci a lui con la celebrazione della Santa Messa, è il giorno del Signore anche perché lo dedichiamo a quelle dimensioni che normalmente ci è più complicato curare: la famiglia, l'attenzione a chi è in difficoltà, la preghiera. La domenica è per noi nella misura in cui la doniamo al prossimo! Al Prossimo, con la p maiuscola, che è il Signore, al prossimo, con la p minuscola, che sono i nostri cari e tutti i nostri simili.  
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Via Alcide de Gasperi n. 9
Campi Bisenzio, (FI) - 50013
0558963367
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