Il Triduo Pasquale della Passione, Morte, Risurrezione del Signore si apre con la celebrazione eucaristica vespertina del giovedì santo detta 'Cena del Signore', nella quale ricordiamo l'Ultima Cena, l'istituzione dell'Eucaristia e dell'Ordine Sacro e il lascito del comandamento dell'amore fraterno.
In proposito leggendo un libro di liturgia ho trovato un'affermazione molto interessante: "ogni comunità cristiana è giudicata dall'Eucaristia che celebra".
Credo che siano parole che debbano spingerci a riflettere in questo giorno su come noi celebriamo il mistero eucaristico, preti della parrocchia e fedeli laici tutti.
Quando ci raduniamo per la Santa Messa, il mistero celebrato ci giudica.
Le parole della consacrazione: 'prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi' e 'prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza versato per voi e per tutti in remissione dei peccati, fate questo in memoria di me' ci sfidano.
Sono degno di mangiare il Corpo del Signore?
Sono degno di bere il suo Sangue?
Profano il suo Corpo?
Profano il suo Sangue?
Onoro il suo Corpo?
Onoro il suo Sangue?
L'Eucaristia ci giudica né potrebbe essere altrimenti: perché in essa a darsi a noi è lo stesso Cristo pasquale nell'atto della sua offerta sacrificale compiuto nella potenza dello Spirito di santificazione.
L'Eucaristia ci giudica e questo toglie di mezzo ogni devozionismo, intimismo, individualismo, pigrizia, indifferenza con cui ci accostiamo al mistero che sull'altare è ripresentato per noi.
L'Eucaristia ci giudica e ci chiede di convertirci e di aprire il cuore a Gesù e a Dio perché, sì, si può celebrare benissimo l'Eucaristia e rimanere chiusi e sordi ai suoi richiami sì che la vita continua a scorrere come sempre, uguale a se stessa, nel compromesso con il peccato e nella mediocrità del tirare a sopravvivere.