Il 12 giugno la Chiesa celebra l'undicesima domenica del Tempo Ordinario.
Il brano del Vangelo di questa domenica (Lc 7,36-8,3) ci mette dinanzi la realtà del perdono dei peccati che il Signore Gesù ci ha meritato con la sua passione e la sua morte.
'Ti sono perdonati i tuoi peccati', dice Gesù alla peccatrice prima di congedarla.
'Chi è costui che perdona anche i peccati?', commentano stupiti i commensali.
Diciamocelo francamente: parlare di peccati e di perdono dei peccati ormai fa sorridere molti, dentro e fuori la Chiesa. E non di un sorriso di gioia, ma di un sorriso di commiserazione ironica, se non sarcastica. Triste, molto triste, ma è così.
Ma se eliminiamo il perdono dei peccati dal linguaggio cristiano, allora non abbiamo più bisogno di un Redentore, allora del Signore Gesù possiamo fare a meno.
Se non c'è perdono dei peccati, che Gesù è quello che preghiamo e diciamo di voler seguire?
Se non c'è remissione delle colpe, che ci sta a fare Gesù?
A dirci che dobbiamo comportarci bene, correttamente?
A ricordarci che bisogna compiere il nostro dovere?
Quella donna, che in casa del fariseo Simone si gettò ai piedi del Signore, rossa di vergogna e schiacciata dal peso di una vita ormai divenuta ai suoi stessi occhi detestabile, non aveva bisogno di uno che le dicesse: devi comportati bene, non hai fatto il tuo dovere. Questo, lo sapeva anche lei. Lo sapeva troppo bene e, proprio perché lo sapeva bene e la sua coscienza del peccato non le faceva intravedere nessuna via di uscita, non aveva bisogno che qualcuno glielo ripetesse per l'ennesima volta.
Quella donna non aveva bisogno di un moralista.
Cercava un Redentore.
Cercava uno che non la schivasse; uno che non le dicesse niente di quello che umanamente poteva aspettarsi, ma che non avrebbe acquietato il cuore turbato.
Cercava uno che si lasciasse toccare da lei; uno che le permettesse di gridare il suo peccato, di consegnarglielo nelle mani, di caricarlo sulle spalle: per prenderlo lui e sollevare lei.
Cercava un Redentore.
Ed io, che Gesù vado cercando?
Buona domenica a tutti.
Don Massimo, parroco.
