Pensiero del Parroco

3Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
4In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
5predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d'amore della sua volontà,
6a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
7In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
8Egli l'ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
9facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
10per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
11In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati - secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà -
12a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
13In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto, 
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
14il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.
 
Con la quindicesima domenica del tempo ordinario iniziamo la lettura antologica della Lettera agli Efesini che ci accompagnerà per ben sette domeniche consecutive. 
La Lettera degli Efesini è uno degli scritti di Paolo databili al tempo della prigionia dell'apostolo a Roma, ma probabilmente Paolo in persona non l'ha scritta, bensì un suo stretto collaboratore che aveva avuto la possibilità di approfondirne gli insegnamenti e godere di una consuetudine di rapporto intensa. 
Il testo che leggiamo oggi nella Santa Messa si trova proprio al'inizio, subito dopo il saluto, e tiene il posto degli abituali ringraziamenti con i quali Paolo apre le sue lettere. Si tratta di una grande preghiera di benedizione che sembra non avere origini liturgiche e cultuali, ma essere stata composta di proposito dall'autore medesimo, nella quale sono presenti gli argomenti che saranno sviluppati nel corso della lettera. Paolo benedice il Dio uno e trino per il dono della fede che gli ha aperto i tesori della grazia di Dio e svelato il mistero dell'amore divino. I pensieri si susseguono uno dopo l'altro, densi come non mai, una sorta di fiume in piena, tutti pervasi da uno stupore grato e inneggiante che non conosce fine (avessimo noi questa grazia!!!). In questo fluire di intuizioni, idee, concetti c'è, però, un ordine che è dato dalla ripetizione della formula 'in lui' (cioè in Cristo): in lui il Padre ci ha scelti; in lui abbiamo la redenzione; in lui siamo stati fatti anche eredi; in lui anche voi avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo. In Cristo scelti, redenti, fatti eredi, sigillati: quattro verbi che scandiscono le tappe di un preciso disegno di salvezza che proviene dal Padre. Nell'universo del cristiano il caso o destino o sorte o fortuna o fato o necessità che dir si voglia non trova posto perché semplicemente non c'è, anche se ci verrebbe da pensare e dire diversamente, ma in questo paghiamo il conto del nostro limite e della nostra creaturalità.
Che l'abbia scritta Paolo direttamente o uno tra gli intimi dei discepoli, la sostanza non cambia: se questa lettera è del tempo della prigionia; se un carcerato benedice Dio e invita a benedire Dio per quello stesso Gesù per il quale si trova nello stato di detenzione; delle due l'una: o non c'è di testa o c'è e alla grande!  Che ci sia concessa sempre questa stupita e grata meraviglia del dono ricevuto! Non potrà esserci testimonianza convincente e incisiva, pronta anche a pronunciare quelle parole che il potere di ogni tempo non vuole sentire (vedi la prima lettura e l'anàtema di Amasia nei confronti di Amos) e che costituiscono il corpo del reato, se prima non si sarà formata una coscienza credente certa della sua identità. 
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
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